Di origini Italiane e Francesi, Pablo consegue, in Italia, il diploma in materie classiche e umanistiche e a 17 anni inizia a frequentare i moti studenteschi e universitari, dove conoscerà quello che definirà “il mio unico amico eterno” Felipe, d’origini peruviane, i cui genitori risiedono in Italia da diversi anni. Grazie all'intraprendenza di questo giovane, nutrito da sentimenti di libertà e giustizia, attraverso il cugino di Felipe, intraprenderanno insieme, un breve, ma intenso viaggio, di otto mesi, in Perù, Lima, Ayacucho, che segnerà una virulenta svolta umana e artistica all'autore. In quel periodo, viene influenzato dalle ideologie maoiste, riconducibili all'armata rossa cinese, dal PCP e dalla “Guerra Popolare”, che imperversava contro la dittatura. Lì, farà la conoscenza di uomini, che avevano vissuto accanto ad Ernesto Guevara e al Sub Comandante Marcos in Messico. Quella che era la sua giovane sperimentazione del dramma sanguinario della guerra, terminerà otto mesi dopo, a seguito della prematura dipartita del suo caro amico Felipe. Da allora in poi, l’artista ripudierà con forza il concetto della guerra in ogni sua trasposizione, definendola “la melma dell’uomo, il cui dio guarda”. Ritornerà in Europa, soprattutto a Parigi e a Londra, conducendo una vita zingaresca, iniziando a guardare con attenzione i moti pacifisti ed umanitari, che iniziavano a prendere connotazione in quegli anni. Divenendone, molti anni dopo, un attento leader pacifista, convogliando diverse razze e culture, verso un movimento comune di pace. Lascerà il progetto, di recente, poiché dissente radicalmente da nuove correnti più estremiste, che iniziavano a serpeggiare. Frattanto, Per una casualità, una lettera inviatagli da un suo vecchio compagno di scuola, fondatore di una Casa Famiglia in Congo, nei dintorni di Brazzaville, che lo invitava a venirlo a trovare, sarà la svolta umanitaria profonda per l’artista, che lo porterà, da allora in poi, spesso nel continente Africano, a curare gli aspetti amministrativi e formali dell’associazione, investendo forti somme pecuniarie, che lo graveranno pesantemente nel futuro, nonché medicando e insegnando la cultura ai più piccoli dei villaggi. Qualche tempo più tardi, già dalla morte del fondatore, inizierà un percorso instancabile di opposizione agli espropri, che durerà dieci anni, da parte della Repubblica Democratica del Congo, che si risolverà, negli ultimi tempi, purtroppo, proprio in un esproprio definitivo e in diverse espulsioni per l’autore. Egli, comunque, continuerà a svolgere la sua opera in difesa dei diritti delle donne e dei bambini africani in loco. Promuovendo iniziative per raccogliere fondi benefici a favore delle comunità africane. “La gente, qui, muore come mosche, quelle stesse mosche che li baciano ogni giorno, le donne sono solo carne, che respira, non hanno diritti, hanno solo un buco, dentro il quale far godere e generare nuovi uomini, i bambini ancora muoiono di malattia, nel terzo millennio, così come la piccola Friha, ma la cultura è quella statale, non popolare.” Si avvicina all’Animismo, pur definendosi un “agnostico imperfetto”. “ Credo ci sia qualcosa, non bene e male, quella è prerogativa dell’uomo, un qualcosa che ci osserva e tace, ma non potrà giudicarci, prima di aver giudicato se stesso.” I suoi viaggi si intensificano: Italia, Francia, Germania, Austria, Danimarca. Parigi rimane la città temuta e amata, forse, anche, incompresa, come la sua stessa nascita. Per essa scrive la prosa “Paris Me” Ma ci ritornerà spesso, nei suoi testi, per le influenze dei boulevars e, soprattutto, per la frequentazione dell’affascinante piazza degli artisti, dove, spesso, si accompagnerà a pittori, artisti di strada e, senza tetto. “Non mi ritengo anarchico, solo autarchico, un’anima popolare.” Noto per il suo carattere spigoloso, “buono con i buoni, cattivo con i cattivi”, criticato, alle volte, aspramente per le sue poche mezze misure e i suoi interventi poco ortodossi, difensore dei diritti de bambini, fautore della costituzione di un movimento governativo femminista, condanna duramente la pedofilia “atti di vili, perpetrati da vermi, dei quali non nutro nessuna pietà”, condanna, con polso fermo, ogni tipo di violenza verso le donne e i deboli. Sulla scia delle quali scrive “Proteggete la donna” e “Non toccate mai i bambini”. Incentiva una nuova idea di Politica pulita sulla scorta degli insegnamenti di Socrate “Invito ad un sogno.” Pare sia, anche, un ottimo giocatore di poker. Vive tutt'ora, tra l’Italia, la Francia e l’Africa.
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